Entro il 2025, l'Europa potrebbe vedere la sua industria manifatturiera portare un valore aggiunto lordo di 1,25 miliardi di euro. Per contro, se non fossimo in grado di sfruttare la trasformazione digitale a nostro vantaggio, le perdite potenziali potrebbero arrivare a 600 miliardi di euro entro il 2025: sarebbe come perdere oltre il 10% della base industriale europea.

 


L’attuazione concreta del Mercato Unico Digitale in Europa (DSM) rappresenta un elemento necessario per permettere all’economia Europea di riacquistare competitività e rimettersi in modo deciso su un terreno di crescita. Questa strada è già stata seguita dagli Stati Uniti, dove gli investimenti nelle infrastrutture digitali, nelle start-up, nelle tecnologie e applicazioni digitali hanno permesso di rilanciare la crescita e assecondano lo sviluppo di un’economia che sta crescendo per il secondo anno consecutivo a un tasso superiore al 2%. È questa una fase particolarmente significativa per lo sviluppo di regole comuni che devono costituire la base per costruire il mercato unico digitale. Per questo come Anitec, anche in collaborazione con DigitalEurope, stiamo rappresentando in modo propositivo alla Commissione Europea e al Governo Italiano le istanze principali che provengono dal mondo delle imprese italiane dei settori ICT ed Elettronica di Consumo.

Il mercato ICT costituisce una parte importante del PIL europeo, circa il 25%, rappresentando il 40% della crescita della produttività, che negli USA arriva al 60%. Lo sviluppo dell’internet of things (IoS) provocherà una ulteriore accelerazione di questo fenomeno. Secondo il rapporto CISCO, global Mobile Data Traffic Forecast Update 2014-2019 entro il 2019 il numero dei dispositivi connessi supererà la popolazione mondiale del 2014. 

La creazione di un mercato unico è l’elemento essenziale per far recuperare terreno al nostro Continente, rispetto agli Usa e ai mercati asiatici. È necessario quindi che vi sia una volontà politica volta all’armonizzazione della legislazione esistente: Per fare questo è importante adottare un approccio non burocratico e poco invasivo, tenendo conto di questi principi: l'interoperabilità, la trasparenza, abbattimento delle barriere geografiche, la non discriminazione, la scelta dei consumatori, lo sviluppo di accordi con le altre aree economiche mondiali che permettano di aprire spazi alle imprese europee con regole di competizioni corrette: criteri, questi, di primaria importanza per l'economia digitale del futuro. Mentre in Europa, è necessaria l’uniformità delle norme realizzata su criteri adeguati alle tecnologie, alle applicazioni e alle modalità di fruizione dei servizi da parte dei consumatori di oggi, non basate cioè su modalità ormai arcaiche. Ad esempio, in tema di diritto d’autore, le norme a livello europeo dovrebbero tenere conto della sempre maggiore fruizione di contenuti culturali in rete attraverso dispositivi mobili e delle mutate abitudini dei consumatori.

La quarta rivoluzione industriale è nel pieno del suo corso e sta rappresentando un fattore di efficientamento dell’industria e dei servizi nei Paesi dell’Unione. Entro il 2025, l'Europa potrebbe vedere la sua industria manifatturiera portare un valore aggiunto lordo di 1,25 miliardi di euro. Per contro, se non fossimo in grado di sfruttare la trasformazione digitale a nostro vantaggio, le perdite potenziali potrebbero arrivare a 600 miliardi di euro entro il 2025: sarebbe come perdere oltre il 10% della base industriale europea. Se non saremo in grado di sfruttare il potenziale della rivoluzione digitale, l’obiettivo dichiarato dalla Commissione Europea di aumentare la quota di produzione del PIL europeo al 20 per cento entro il 2020 sarà semplicemente fuori portata, così come l’occupazione, gli investimenti relativi. Le decisioni politiche che saranno prese all’interno della strategia per il mercato unico digitale dovranno tenere conto di alcune priorità; tra queste, una solida infrastruttura tecnologica come spina dorsale dell'economia digitale, un sistema di incentivazione degli investimenti privati ed un utilizzo sempre più trasparente e facile da utilizzare dei servizi erogati dalla PA. 

COMPETENZE DIGITALI PER LA SFIDA DELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE