La teoria del mercato efficiente sostiene che la borsa è un gioco pulito in cui tutta l’ informazione disponibile è immediatamente accessibile attraverso i prezzi, il che fa sì che le azioni siano sempre perfettamente valutate. In un modo fatto di interconnessioni, la realtà attuale vuole che una notizia prodotta in un determinato punto del pianeta possa influire direttamente su una compagnia con sede nella punta opposta della Terra, condizionando la fiducia degli investitori e la sua quotazione. Il problema è che la mole di informazioni disponibili è così vasta che gestirla diventa difficile, soprattutto se consideriamo il nuovo fenomeno delle reti sociali. È qui che entra in gioco l’elaborazione dei dati a grande scala. “Non siamo ancora consapevoli di quello che rappresenteranno i Big Data per l’industria della gestione degli asset”, sostiene Kenneth Cukier, redattore del The Economist e co-autore del libro “Big Data: una rivoluzione che trasformerà il nostro modo di vivere, lavorare e pensare”. 

Durante l’evento celebrato da BNY Mellon IM a Milano, Cukier ha spiegato che i Big Data costituiscono ormai un asset class a sé stante. “Nel mondo di oggi, l’accesso alle informazioni è la chiave di tutto. Abbiamo tra le mani più informazioni che mai, anche se spesso è difficile cavarne qualcosa di utile. Ma è possibile. Per esempio, si può misurare la crescita economica di una determinata regione o città in tempo reale attraverso l’analisi dei dati del traffico. Questo fornisce informazioni preziose”. Tuttavia, la creazione di un sistema per la raccolta e la gestione di tutti questi dati non è cosa da poco. Le entità si troveranno prima o poi a fare i conti con degli ostacoli. Forse quello più rilevante al momento è dato dall’impossibilità di stanziare risorse, soprattutto in uno scenario in cui la regolamentazione aggiunge pressione ai margini.

Cukier assicura che, per ora, i costi di preparazione alla scommessa dei Big Data sono elevati ma diminuiranno con il tempo. All’atto di creazione della piattaforma, le società di gestione possono scegliere tre strade: acquistare una start up, raggiungere un accordo con società specializzate o scommettere sullo sviluppo interno. 

La tendenza è chiara. Sono sempre di più le società che credono che il settore stia entrando in una nuova era e che disporre di questo strumento possa essere un vantaggio competitivo. “I Big Data ridisegneranno il settore della gestione degli asset”, dal momento che si utilizzeranno nuovi approcci all’informazione disponibile nella “ricerca, analisi, distribuzione, trading e gestione del rischio”, sostengono da BNY Mellon IM. Gli esperti credono che i nuovi strumenti consentiranno di abbandonare gli aforismi azionari e analizzare ancora più nel dettaglio sia le componenti fondamentali delle società che le differenze tematiche. È evidente che il mondo di domani sarà molto diverso da quello attuale e che l’industria della gestione degli asset dovrà necessariamente adattarsi ai cambiamenti, perfezionando le sue metodologie.

PERCHÉ I BIG DATA RIVOLUZIONERANNO LA GESTIONE DEGLI ASSET