L’impatto sul mercato degli incentivi alle imprese è già positivo nei primi mesi dell’anno, e si attendono nuovi incrementi della domanda entro dicembre, ma gli imprenditori avvertono: un anno non basta, ci vuole una proroga dell’iperammortamento. E c’è anche la richiesta di rendere stabile il superammortamento.

«Il primo trimestre ha dato una risposta positiva al piano Industria 4.0 del Governo, siamo a +22% entrata ordini del mercato italiano, che ha risposto come speravamo, proprio perché le aziende vogliono fare questo salto di qualità in termine di tecnologie, innovazione, interconnessione, sistemi di rete. Avevano bisogno che anche il governo ci credesse, dando un incentivo importante». Così Massimo Carboniero, presidente di UCIMU, commenta i dati che l’associazione ha fornito relativamente agli ordini di gennaio-marzo, che sono forse i più eclatanti fra quelli che in queste settimane iniziano ad arrivare sull’impatto degli incentivi previsti.
Ma la cosa più importante è che il trend, è destinato a proseguire nel corso dell’anno.
Un altro dato che induce all’ottimismo è quello di API, associazione piccole e medie imprese, che ha realizzato un sondaggio in base al quale c’è una buona metà di imprenditori che utilizzerà nel corso del 2017 gli incentivi del Piano.

C’è un 25% di imprese che prevede di investire in modo importante su Industria 4.0, e un altro 56% che prevede investimenti più marginali. Alla fine, il numero di imprenditori che non dichiara particolare interesse per investimenti in digitale si riduce al 13%.

Paolo Galasso, presidente dell’associazione, sottolinea che c’è un 11-12% di imprese particolarmente lungimiranti che in realtà ha già iniziato negli anni scorsi ad effettuare investimenti in digitale avanzato, e che a maggior ragione approfittando degli incentivi continuerà a farlo. Me considerando che il 42% degli imprenditori dichiara comunque un forte interesse verso le tematiche legate a Industria 4.0, emerge un “bacino d’utenza” immediato di imprese che rappresentano un target da agganciare. «L’interesse degli imprenditori si concentra su due aspetti – spiega Galasso -. L’automazione, che consente di controllare gli impianti. E la riduzione dei rischi per i dipendenti. Si tratta di un aspetto a cui gli imprenditori sono molto attenti. magari si diminuisce manodopera manifatturiera, ma dovrà aumentare quella informatica, o di controllo delle macchine. danno sicurezza e garanzia, perché si riducono i rischi per i dipendenti, nel senso che aumenta la sicurezza sul lavoro. Nel manifatturiero ci sono tanti lavori pericolosi, l’informatizzazione allontana il personale dai macchinari e dai luoghi della fabbrica più a rischio».

Inoltre, spesso si confonde l’informatica tradizionale con l’informatizzazione di un’azienda, che è cosa complessa. L’informatica è a basso prezzo nell’hardware, ma poi per farla funzionare i costi sono elevatissimi. La macchina va adattata al proprio sistema, non esistono standard per la produzione. E questo significa che bisogna investire anche in formazione delle persone». Non solo: «le imprese che sono uscite meglio dalla crisi, stanno pensando anche a ricerca e sviluppo, e all’internazionalizzazione».
Galasso individua altri elementi strategici su cui le imprese dovrebbero puntare: fare sistema, e fare rete. «Deve cambiare il sistema di fare impresa, creando nuovi modelli di collaborazione che favoriscono proprio le piccole e medie imprese».

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INDUSTRY 4.0, LE IMPRESE INVESTONO MA CHIEDONO LA PROROGA DEGLI INCENTIVI